Coordinato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che coinvolgerà a partire da dicembre oltre 10.000 scuole primarie di tutte le Regioni. Sono state selezionate le organizzazioni di produttori che negli 8 lotti regionali procederanno alla distribuzione dei prodotti frutticoli e orticoli, privilegiando i prodotti stagionali, di qualità (Biologico, DOP, IGP) e del territorio, con una particolare attenzione all’impatto ambientale (utilizzo contenitori e confezioni biodegradabili o riutilizzabili). Almeno una volta alla settimana, fino alla conclusione dell’anno scolastico, la merenda di metà mattina sarà sostituita da frutta fresca o da spremute e centrifughe preparate al momento. Il programma ha l’obiettivo di incrementare il consumo di frutta e verdura tra i bambini delle scuole primarie e di far conoscere ed apprezzare le nostre produzioni ortofrutticole per una sana alimentazione.
12 dicembre 2010
Riparte il programma comunitario Frutta nelle scuole...
Coordinato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che coinvolgerà a partire da dicembre oltre 10.000 scuole primarie di tutte le Regioni. Sono state selezionate le organizzazioni di produttori che negli 8 lotti regionali procederanno alla distribuzione dei prodotti frutticoli e orticoli, privilegiando i prodotti stagionali, di qualità (Biologico, DOP, IGP) e del territorio, con una particolare attenzione all’impatto ambientale (utilizzo contenitori e confezioni biodegradabili o riutilizzabili). Almeno una volta alla settimana, fino alla conclusione dell’anno scolastico, la merenda di metà mattina sarà sostituita da frutta fresca o da spremute e centrifughe preparate al momento. Il programma ha l’obiettivo di incrementare il consumo di frutta e verdura tra i bambini delle scuole primarie e di far conoscere ed apprezzare le nostre produzioni ortofrutticole per una sana alimentazione.
04 dicembre 2010
Nina e Nello e la Natura...
La prima collana per bambini interamente dedicata all’ecologia, stampata con inchiostri ecologici su carte ottenute da foreste sostenibili. Scopri la natura con Nina e Nello, due simpatici bambini nati dalla penna di Laura Novello e illustrati da Matteo Gaule.
Per saperne di più: www.sassijunior.com
20 novembre 2010
Andrea Mura con Vento di Sardegna vince la Route du Rhum, la prima volta per un italiano...
Andrea Mura ha tagliato la linea d’arrivo a largo di Pointe à Pitre, oggi alle ore 22.43 dopo 19 giorni 9 ore 40 minuti e 30 secondi di navigazione, imponendosi nella categoria Rhum, quella riservata alle imbarcazioni tra i 40 e i 50 piedi, dietro di lui un veterano della Route du Rhum, Luc Coquelin alla sua quarta partecipazione.
Queste le parole di Andrea Mura subito dopo l’arrivo: “Questa vittoria è una gioia enorme per me, rappresenta il coronamento di anni di lavoro e mi regala la grande soddisfazione di essere il primo italiano a vincere una regata oceanica di tale importanza e difficoltà. Spero sia la prima di una lunga serie e che questo traguardo apra la strada alla vela oceanica anche in Italia. Questo è il risultato del lavoro di un team composto da oltre 20 persone. La vittoria e’ dedicata a loro, ai miei sponsor, ai miei tifosi e a tutti coloro che mi hanno sostenuto durante questa sfida impegnativa.”
A prendere il via, il 31 ottobre scorso, erano stati 85 concorrenti suddivisi in cinque categorie, 11 le imbarcazioni costrette al ritiro durante la regata. A questa edizione hanno preso parte altri due italiani Davide Consorte, che è stato costretto al ritiro per avaria, e Marco Nannini che sta ancora navigando a 300 miglia dall’arrivo al 26° posto della categoria Class40. In passato avevano invece partecipato alla regata Paolo Martinoni (1978), Simone Bianchetti (1998) e Giovanni Soldini (2002).
Venti giorni in oceano
A dispetto di un curriculum sportivo di alto profilo, che spazia da risultati di prestigio sulle derive, all’America’s Cup con il Moro di Venezia nel 1992, fino al 31 ottobre scorso in oceano Andrea Mura era un vero e proprio outsider. Le Sarde, come lo chiamano ora i francesi con rispetto e ammirazione per un risultato che lo proietta di diritto tra i protagonisti della vela oceanica, non aveva, infatti, mai affrontato una navigazione cosi’ lunga e impegnativa al di fuori del Mediterraneo.
Il battesimo e’ stato durissimo: le prime 48 ore dopo la partenza sono state vissute
in condizioni estreme, di bolina con onde di 3 metri e mezzo e un mal di mare devastante, peraltro confessato senza riserve durante un collegamento satellitare con l’ufficio stampa dell’evento. Nonostante ciò Andrea ha comunque sempre mantenuto il controllo degli avversari.
Superata la tempesta, è arrivato il momento della prima, importante, scelta strategica. Seguito 24 ore su 24 sotto il profilo meteorologico da Gianfranco Meggiorin, responsabile di Navimeteo e dal suo team, Andrea Mura ha scelto una rotta più a Sud rispetto all’Ortodromica (la rotta piu’ breve tra la partenza e l’arrivo), ha continuato a seguire la rotta condivisa con il team meteo, con insistenza consapevole anche quando la classifica si e’ capovolta e Vento di Sardegna è arrivata ad accumulare, al sesto giorno di navigazione, un ritardo di 50 miglia.
La conferma che la scelta strategica era quella corretta è arrivata all’altezza del passaggio delle Azzorre: la flotta che navigava a Nord rispetto all’Ortodromica e Vento di Sardegna, che invece navigava più a Sud, convergono verso la stessa rotta e Vento di Sardegna guadagna 80 miglia di vantaggio.
Da quel momento la volata di Andrea Mura è stata inarrestabile, con tenacia e determinazione, ha guadagnato vantaggio giorno dopo giorno, fino a mettere oltre 200 miglia tra se e i suoi diretti avversari. Soltanto la rottura prima del canard di prua e poi del gennaker grande hanno parzialmente rallentato la cavalcata di Vento di Sardegna, che ha comunque tagliato il traguardo in controllo degli avversari.
Una regata difficile nel complesso disputata in condizioni meteo anomale rispetto a quelle che erano le aspettative. Un Aliseo capriccioso si e’ fatto attendere a lungo e, soltanto nella parte finale del percorso, ha consentito alle imbarcazioni di navigare alle andature portanti, condizioni peraltro tipiche del periodo.
La regata si e’ cosi’ conclusa per i vincitori di tutte le categorie: oltre ad Andrea Mura su Vento di Sardegna per la categoria Rhum, hanno gia’ tagliato il traguardo al primo posto Franck Cammas su Groupama (categoria Ultimate), Roland Jourdain su Veolia Environnement (Imoca 60), Lionel Lemonchois su Prince de Bretagne (Multi 50) e Thomas Ruyant su Destination Dunkerque (Class 40). Marco Nannini, l’altro velista italiano che sta partecipando alla Route du Rhum nella categoria Class 40, e’ al ventiseiesimo posto a 300 miglia dall’arrivo.
La sfida sportiva di Andrea Mura è sostenuta dalla Regione Autonoma Sardegna, dalla Provincia, dal Comune e dalla Camera di Commercio di Cagliari, con il Partrocinio della Marina Militare Italiana.
Il progetto di Andrea Mura e Vento di Sardegna ha inoltre il supporto di: Sezione Velica della Marina Militare, Autorità Portuale di Cagliari, Argiolas Formaggi, Velamania, Osculati, Stabilimenti Attiva Marine, Lombardini Marine, RollGen, Raymarine, Eye Sportswear, Faps, Spidertech, Agueci Multiservice, Ultraflex Group, Neoneuropa, Dissalatori Osmosea, Quibio, Cherries, Geomagne, Geomagnetic System, Città dell’Impresa, Associazione “Domu&Posada”, FerrariGym, Blue Performance, Veleria Andrea Mura Sail Design, Ponteggi e Scaffali Engineering, Dina Canoe, Pieffe Sport, CG Sistemi, Sardaleasing, Gruppo Masnata, Termomeccanica S.r.l. e Acentro Concessionaria Fiat.
08 novembre 2010
Green USB. E' arrivata la nuova chiavetta Biodegradabile.
Non solo quindi impatto zero sull’ambiente ma anche caratteristiche professionali, grazie alla velocità in lettura fino a 15 Mbps e scrittura fino a 8 Mbps; compatibilità con USB 1.1 e USB 2.0. ovviamente non poteva mancare anche un packaging fatto di materiali riciclabili al 100% e persino le stampe sono a completo rispetto dell’ambiente grazie alle vernici con inchiostro di soia utilizzate per le serigrafie.
Design unico, elegante e amico dell’ambiente, un connubio perfetto per la buona riuscita di un prodotto innovativo ed eco-friendly; la nuova flash drive sarà sicuramente apprezzata da una larga fetta di consumatori che quando effettuano gli acquisti considerano anche gli aspetti ambientali.
Prodotto disponibile su www.quibio.it
02 novembre 2010
E' arrivata la pellicola compostabile...
Studiata per essere utilizzata con tutti i tipi di alimenti anche quelli con elevato contenuto di grassi come oli, salse o burro, la nuova pellicola in bioplastica potrà essere tranquillamente smaltita come rifiuto organico nel bidone dell'umido.
Sottile, resistente ed estendibile come le tradizionali pellicole attualmente in commercio, questo prodotto sviluppato da Novamont insieme ai suoi partners, al contrario di quest'ultime, non contiene plastificanti o additivi che potrebbero essere trasmessi nei cibi, risultando così anche più sicura per la salute. Dopo un lungo studio e tenuti conto di diversi standard di riferimento, è nata Cling, una pellicola che non solo riesce a ricreare la stessa trasparenza di quelle comunemente utilizzate, ma in più è facile da strappare a mano anche senza l'ausilio del seghetto e, dunque, più comoda e sicura.
Inoltre, grazie alla sua specifica formulazione è altamente permeabile al vapore acqueo e consente, quindi, l'evaporazione della condensa che generalmente si forma sopra i cibi caldi quando vengono riposti in frigorifero (water vapour transmission rate, WVTR) permettendo ai cibi freschi di conservarsi più a lungo.
Ma non è tutto perché Novamont stupirà il pubblico tedesco anche con un altro nuovo imballaggio biodegradabile in Mater-Bi: Naturene sviluppato in collaborazione con Safta, storica azienda nel mondo del packaging flessibile.
Resistente al calore e facilmente stampabile, Naturene è un laminato che biodegrada in appena 12 settimane secondo la norma EN13432 e che garantisce un elevata barriera all'ossigeno e al vapore acqueo, i fattori che contribuiscono maggiormente a minare i cibi freschi. Adattandosi alla maggior parte delle linee di confezionamento automatico FFS, Naturene può essere utilizzato per applicazioni sia food che non food come ad esempio caffè, zucchero, prodotti da forno, snack ecc.., cibo per animali secco o detergenti in polvere.
A dimostrazione che un altro imballaggio (più sostenibile e amico dell'ambiente) è possibile!
23 ottobre 2010
Il primo Sì in bici elettrica...
Si terrà a questo proposito sabato a Roma il primo matrimonio d’Europa in bici elettrica: gli sposi che hanno scelto questo originale modo di unirsi per la vita, sono la regista Liliana Ginanneschi e Adriano De Concini. Dopo il fatidico sì alle 11 in Campidoglio, la novella coppia, si dirigerà per il pranzo a Trastevere con un corteo di circa venti persone, sempre rigorosamente in bici elettrica.
I mezzi a due ruote saranno dotati di un motore a basso impatto ambientale che permetterà di raggiungere una velocità di 25 km all’ora e una batteria con 50 km di autonomia, per ammirare le bellezze capitoline senza fatica e senza il pericolo di multe.
Secondo quanto riporta una nota, “le bici elettriche che utilizzeranno gli sposi sono le Frisbee prodotte da TC Mobility di Bolzano disponibili in vendita e a noleggio da Ecovia, il primo store della Capitale specializzato esclusivamente in questo tipo di prodotto”.
A Milano invece è da poco nato un atelier dedicato esclusivamente alla realizzazione di abiti da sposa equosolidali.
Chi ha lavorato l’abito del mio matrimonio? Qual è la sua storia? In quale parte del mondo vive? In quali
condizioni economiche e ambientali ha dovuto lavorare per farmi felice?
L’Orlo del mondo ha una risposta precisa a ognuna di queste domande. Il primo marchio equo e solidale di abiti da cerimonia è stato capace di intuire una tendenza oggi sempre più diffusa: quella di far incontrare le capacità e le energie degli artigiani dei Paesi in via di sviluppo con la domanda sempre più forte dei consumatori responsabili, attenti alla provenienza e alla storia di tutto ciò che acquistano. Anche (e soprattutto) nel giorno più importante della loro vita.
Fin dalla prima collezione dedicata alle spose, nel 2007, l’Orlo del mondo ha scelto di affidare la realizzazione dei propri abiti agli artigiani di CRC (Craft Resource Center) che, nei villaggi attorno a Calcutta, lavorano su telai a mano la “aimsha peace silk”, la seta non violenta (ottenuta senza uccidere i bachi), e ricamano secondo le più antiche tradizioni.
Persone con un volto e un nome che, nel corso dei vari processi di lavorazione, si incontrano e confrontano continuamente con le responsabili italiane del progetto.
All’origine dell’ Orlo del mondo, il primo marchio equo e solidale dedicato alle spose, c’è Cose dell’altro mondo, l’associazione nata a Milano nel 1995 come bottega del mondo e ora diventata un nuovo Spazio, in Ripa di Porta Ticinese 47, interamente dedicato agli sposi che desiderano realizzare il sogno di un matrimonio etico e solidale con gli abitanti del Sud del pianeta.
La scelta degli abiti da sposa l’Orlo del mondo per il 2010 è ancora più ricca che in passato. L’unica costante è che ogni abito è sempre studiato in Italia da Cose dell’altro mondo, con la consulenza di stile e sviluppo di Andrea Orazi, per poi essere completamente realizzato dagli artigiani esperti di CRC, nel pieno rispetto dei criteri del Fairtrade.
La ricchezza dei ricami e l’eleganza dei nuovi modelli quest’anno è completata da morbidissime, autentiche pashmine, perfette per i giorni più freschi, e viene incontro alle richieste delle spose con la disponibilità di tessuto extra per ricoprire le scarpe da cerimonia.
Oltre all’atelier degli abiti l’Orlo del mondo, il nuovissimo Spazio Cose dell’altro mondo offre una scelta unica di bomboniere solidali mai viste prima, partecipazioni dal sapore etnico e rétro, lista nozze per la casa e tutti gli indirizzi utili per il giorno del sì. Un lavoro svolto con cura e dedizione da chi il commercio equo e solidale lo conosce e lo promuove da 15 anni e sa come scegliere e garantire tutta la filiera di lavorazione dei pezzi scelti, dai tessuti per la casa ai piatti, dalle fedi ai fiori.
In questi tempi in cui molti trovano conveniente parlare di prodotti etici, ma pochi si impegnano a rispettare chi li ha lavorati, diventa utile ricordare che “L’economia che nuoce al benessere morale di un individuo o di una nazione è immorale” (Mahatma Gandhi).
E che anche una piccola realtà può fare grandi cose.
www.quibio.it
21 ottobre 2010
"NATURALMENTE BIO"...
12:23 21 OTT 2010 (AGI) - Cagliari, 21 ott. - In Sardegna operano 1.351 aziende biologiche e piu' di 400 nella sola provincia di Cagliari, che conta anche piu' della meta' dei punti vendita specializzati biologici presenti nell'isola: 7 su 13 complessivi. Si stima che, su base regionale, il fatturato delle aziende "bio" sia di 70 milioni di euro, 5,5 milioni di euro quello dei punti vendita specializzati biologici. I dati sono stati illustrati stamane dall'assessore alle Attivita' produttive della Provincia di Cagliari, Piero Comandini, alla presentazione di "Naturalmente Bio", iniziativa curata dall'Associazione sarda agricoltura biologica in programma domenica 24 ottobre dalle 9 alle 13 al parco di monte Claro, a Cagliari. Oltre alla degustazione di prodotti biologici, saranno allestiti laboratori sulla trasformazione del formaggio e stand informativi. "Siamo ormai giunti alla terza edizione", ha affermato Comandini, "e abbiamo deciso di confermare il patrocinio della Provincia perche' crediamo molto in questo tipo di economia, capace non solo di promuovere una corretta alimentazione, ma anche di aiutare l'economia del territorio, ad esempio puntando sulla filiera corta". In Italia le aziende "bio" sono in costante crescita, mentre in Sardegna, malgrado crescano le superfici e colture, gli operatori del settore sono in lieve diminuzione. Gli ultimi dati disponibili si riferiscono allo scorso anno, anche se "nel 2010 si registra una controtendenza", ha affermato i rappresentanti dell'Asab, "e pur in assenza di dati ufficiali risultano 800 nuovi operatori". Il comparto piu' importante per numero di capi trattati e' la pastorizia (400 mila ovini, 14 mila bovini e 700 suini) con la produzione dei formaggi pecorini, che si colloca subito dopo l'ortofrutta. (AGI) Cli/Sol/Cog
29 settembre 2010
Con Quibio.it a scuola, il pranzo diventa biodegradabile.
Grazie alla sensibilità di molte scuole, gli studenti 'studiano' le tematiche ecologiche anche a tavola.
Le tematiche ambientali stanno finalmente facendo breccia anche in un ambiente, quello scolastico, da sempre preda di numerosi problemi.
Grazie alla sensibilità di molti insegnanti e responsabili didattici, Quibio.it, portale di riferimento per la vendita di prodotti usa e getta biodegradabili, registra un aumento nella fornitura di piatti, bicchieri e stoviglie compostabili ad istituti scolastici.
"E' un dato davvero significativo" ha commentato Giuseppe Brau, titolare di Quibio.it "Solo pochi anni fa, immaginare una mensa scolastica con piatti biodegradabili era un sogno. Oggi invece registriamo un interesse sempre maggiore e questa è la dimostrazione che anche noi, con la nostra presenza, abbiamo contribuito alla consapevolezza che ridurre l'impatto ambientale, partendo dai gesti quotidiani, è possibile".
Grazie alle stoviglie compostabili, piatti e bicchieri finiscono nell'organico. In questo modo gli istituti scolastici diminuiscono la produzione di rifiuti di materie plastiche e permettono agli studenti di consolidare la loro coscienza ecologica. Di trasformare, quindi, un momento di svago in uno di educazione civica e ambientale.
Quibio.it è il primo e-commerce italiano a vendere prodotti a perdere come piatti in polpa di cellulosa, bicchieri in amido di mais, posate in legno o bioshopper in MaterBi.
I prodotti presenti su Quibio.it sono tutti rigorosamente biodegradabili e compostabili al 100% e permettono di dare una mano concreta all'Ambiente evitando di produrre rifiuti difficili da smaltire.
Il sito web di riferimento è www.quibio.it
19 agosto 2010
Patatine in sacchetto biodegradabile.
È infatti per il rumore del loro sacchetto che le “Sun Chips” della Frito-Lay sono diventate una sorta di fenomeno nazionale. La società, quando nel gennaio scorso le lanciò sul mercato insistette molto sul nuovo aspetto `ecologico´ delle nuove confezioni biodegradabili. I vari spot di lancio puntarono tutti sulla componente “verde” del prodotto. Mai impostazione di marketing si rivelò più sbagliata. A rendere famose le Sun Chips è stato il «rumore pazzesco» che fa il sacchetto, ben superiore a qualsiasi altra confezione mai utilizzata in America per prodotti analoghi. E quel rumore è diventato così “di moda” che anche il serioso Wall Street Journal dedica alle Sun Chips un servizio in prima pagina.
E un pilota dell’aeronautica misura il rumore
“Ecco la “tecnologia per patatine” che distrugge il tuo udito” riporta il giornale citando J. Scot Heathman, un pilota dell’aeronautica militare appassionato di quel rumore al punto da “misurarlo”: se si prende in mano il sacchetto di Sun Chips e lo si accartoccia, si raggiunge un rumore pari a 95 decibel, contro i 77 di un qualsiasi altro sacchetto di patatine. Il rumore delle Sun Chips è diventato un fenomeno di moda al punto che su Facebook è nato il gruppo “Scusa, ma non riesco a sentirti con il rumore di questo sacchetto di Sun Chips”. Si sono iscritti già 29.949 fan. La società produttrice ha spiegato che il rumore deriva dalla particolare composizione della pellicola biodegradabile. Quelle precedenti, a base di polipropilene e polietilene, non lo erano. Questa invece, a base di acido poliactico, è in grado di decomporsi completamente nell’arco di 14 settimane. Ma quando mangi le “sue” patatine quel sacchetto biodegradabile fa “un rumore pazzesco” e la gente paradossalmente le compra soprattutto per quello.
11 agosto 2010
La chiavetta Usb fatta dal mais.
La Flash drive M600, questo il suo nome completo, rappresenta un ulteriore passo avanti nel campo dello sviluppo sostenibile a dimostrazione di come tecnologia e ambiente possono tranquillamente procedere di pari passo. Essendo completamente biodegradabile non inquina l’ambiente ma anzi lo protegge, afferma la casa produttrice: “le molecole di glucosio presenti nelle fibre vegetali o nell’amido fermentano diventando acido lattico che successivamente, dopo un processo di polimerizzazione si trasforma in PLA (il polimero che ha il doppio vantaggio di essere biodegradabile ma anche resistente quanto la plastica). Dopo l’utilizzo, il PLA viene sintetizzato dai microorganismi presenti in natura per essere poi trasformato in anidride carbonica e acqua”.
Non solo quindi impatto zero sull’ambiente ma anche caratteristiche professionali, grazie alla velocità in lettura fino a 15 Mbps e scrittura fino a 8 Mbps; compatibilità con USB 1.1 e USB 2.0. ovviamente non poteva mancare anche un packaging fatto di materiali riciclabili al 100% e persino le stampe sono a completo rispetto dell’ambiente grazie alle vernici con inchiostro di soia utilizzate per le serigrafie.
Design sobrio, elegante e amico dell’ambiente, un connubio perfetto per la buona riuscita di un prodotto innovativo ed eco-friendly; dotata di un sistema scorrevole sul retro ed di un led multifunzione quando opera, la nuova flash drive sarà sicuramente apprezzata da una larga fetta di consumatori che quando effettuano gli acquisti considerano anche gli aspetti ambientali ed evidentemente se un colosso come la Emtec si è mossa in questa direzione vorrà dire che il numero di questi clienti è in netto aumento.
02 agosto 2010
Bioplastica dalla polvere di argilla
Il materiale cu cui si sta puntando molto deriva in buona parte dall’argilla, è completamente innocuo per la salute, lo si trova molto facilmente ed è completamente sostituibile a quello che si usa attualmente per la produzione di materiali nanocompositi. Attualmente infatti le organo-argille per essere sfruttate completamente vengono trattate con le ammine quaternarie che hanno lo svantaggio di essere difficilmente prodotte a causa dei rischi legati all’inquinamento ambientale e sanitario connessi allo loro produzione; per questi motivi assieme ad altri inconvenienti, tra cui i costi elevati, il loro uso è stato limitato.
Le nuove argille di cui si parla invece hanno la capacità di sfruttare un composto (il resorcinolo difenil-fosfato) che conferisce caratteristiche ecocompatibili maggiori rispetto alle ammine quaternarie senza rinunciare ad alcune caratteristiche chimiche fondamentali per il loro uso nelle plastiche più comuni.
Lo studio è stato condotto nella Stony Brook University di New York che attraverso il capo del progetto, Miriam Rafailovich, fa sapere che questo nuovo tipo di plastica sarà certamente più sostenibile e biodegradabile rispetto a quella che si ottiene del mais. L’unica cosa su cui invece non abbiamo notizia è quando vedremo questi nuovi materiali sostituire i più datati e sicuramente più inquinanti!
12 luglio 2010
Polso biodegradabile...
Nei prossimi giorni Patch farà infatti la sua comparsa a Parma e Gallipoli, dove sarà presentata in anteprima la sua nuova collezione estiva e multicolore, dal nome “Summer”.
Per far conoscere le caratteristiche innovative di questo orologio bio-compatibile, Altanus, l’azienda che lo produce, ha organizzato un vero e proprio tour di lancio – anzi il Green Tour - una serie di eventi particolari che si svolgeranno nelle principali città italiane e che hanno come protagonista proprio l’innovativo orologio, dal design colorato, simpatico e accattivante e da oggi disponibile in originali e allegre fantasie che diventeranno un must per l'estatate 2010.
05 luglio 2010
Una veleggiata biodegradabile, nel golfo di Cagliari.
Tutto questo lo abbiamo potuto assaporare, utilizzando biostoviglie in vendita presso: http://www.quibio.it/
Il rientro in porto è stato molto emozionante, perché ci siamo trovati in mezzo alla processione in mare della nostra Patrona di Bonaria, e quindi in compagnia di tante altre persone in barca che, come noi, hanno trascorso una domenica in mare.
Sursum corda! in alto i cuori!
12 maggio 2010
Raccolta differenziata? Carta, plastica, vetro, lattine, rifiuti: ora c'è Ecobox...
Carta, plastica, vetro, lattine, rifiuti: a ciascuno il suo contenitore per differenziare la raccolta ed essere più uguali alla natura.
Ecobox è un'isola fatta di cinque elementi modulari a forma esagonale da montare in pochi secondi con assoluta facilità in qualsiasi ambiente, anche singolarmante.
I cinque moduli hanno altezze progressive per una componibilità totale e per dare maggiore visibilità alle componenti, alla destinazione dei rifiuti e alle personalizzazioni su tre lati alternati.
Ecobox è un'isola da comporre in assoluta libertà.
10 maggio 2010
Quibio e il trend crescente della bioplastica.
Abito nuziale? Naturalmente biodegradabile.
Amore eterno – La sposina, dopo aver scelto con cura questo capo che continua a rappresentare nell’immaginario di molte fanciulle il sogno della favola e dell’amore eterno, potrà disfarsene con una semplice doccia, conservandolo nel cuore (se vorrà), ma non negli armadi già troppo affollati. O altrimenti potrà farne una sorta di spezzatino, convertendo la veste matrimoniale in cinque differenti capi di uso più comune. L’iniziativa usa e getta rispecchia in pieno la nostra società effimera e veloce, dove tutto passa repentinamente e poche cose restano, e verrà presentata alla mostra dedicata al matrimonio ecologicamente sostenibile, organizzata dalla stessa Università britannica (fino al 16 maggio).
BIODEGRADABILE- L’insolito abito nuziale sarà realizzato con lo stesso materiale usato anche per detersivi e risponde soprattutto a un’esigenza di rispetto ambientale, obiettivo che contraddistingue l’ultima frontiera dell’industria del fashion: la moda, dopo aver inseguito per anni il bello e l’armonia, ora sposta lo sguardo verso l’ambiente, corteggiando tessuti biodegradabili e unendo l’arte alla tecnologia.
Eco-Friendly - I matrimoni sono notoriamente vere e proprie macchine consumiste, con un dispendio economico ed ecologico altissimo, ma l’idea di un matrimonio sostenibile è possibile e inizia anche a essere molto sentita, come dimostrano altre iniziative recenti in questa direzione. In occasione della «Fashion Paper» milanese, mostra itinerante dedicata a Moda, Arte e Design in carta, gli studenti avevano realizzato per esempio un abito matrimoniale di carta da imballo riciclata o filtri da tè.
Sposa bagnata - Finita la luna di miele e passata la festa, che fare dunque del vestito da sposa? Conservarlo accuratamente con l’idea di tramandarlo alla figlia, sistemarlo comodamente nell’armadio come una sorta di cimelio sacro o stivarlo nel baule dei ricordi, aspettando che il tempo lo ingiallisca? Senza contare che l’epidemia dilagante di divorzi fa sì che spesso possa diventare un capo scomodo da traslocare, senza per questo rinnegare quel «sì» che si pensava potesse durare per sempre. L’idea del team di designer e scienziati della Sheffield Hallam University potrebbe essere una risposta ecologica e pragmatica. Fermo restando che in caso di pioggia al vecchio adagio «Sposa bagnata, sposa fortunata» si dovrà sostituire il detto «Sposa bagnata, sposa spogliata».
La Festa deve essere verde.
Per prima cosa le bomboniere: quelle equo solidali, create da persone dei paesi in via di sviluppo senza sfruttamento della manodopera e con attenzione all’ambiente, sono ormai una realtà consolidata.
I negozi di articoli solidali sono circa 600, concentrate prevalentemente nel nord-ovest e nel nord-est, rispettivamente il 38% e il 22,6% del totale.
Attenzione poi alla scelta della location: un agriturismo o un casale in campagna, dove gustare prodotti tipici e genuini rigorosamente in stoviglie biodegradabili.
Non dimenticate di organizzare un bus per trasportare tutti i vostri invitati per evitare così che ognuno prenda la sua auto.
Piccoli gesti che, se tutti si abituassero a fare, potrebbero davvero dare l’esempio per una migliore gestione degli sprechi.
05 maggio 2010
Biosacchetti ai pellegrini della Sacra Sindone.
Torino. Amiat, in collaborazione con Novamont e Yantari Comunicazione di Torino, fornirà altri 100 mila sacchetti biodegradabili al comitato che organizza l'Ostensione della Sacra Sindone. La nuova fornitura si aggiunge ai precedenti 100 mila pezzi che sono stati distribuiti, a partire da sabato 10 aprile, ai pellegrini giunti a Torino in autobus. I sacchetti, che verranno distribuiti gratuitamente, sono in Mater-Bi, una nuova bioplastica sviluppata da Novamont, totalmente biodegradabile e compostibile, garantiscono tenuta e resistenza del tutto paragonabili a quelle dei sacchetti in plastica tradizionale, utilizzando però risorse rinnovabili e riducendo così le emissioni di gas ad effetto serra, il consumo di energia e di risorse non rinnovabili.
I sacchetti potranno quindi essere utilizzati per la raccolta differenziata della frazione organica e rappresentano un importante strumento per la diffusione della cultura della riduzione alla fonte dei rifiuti. Amiat non è la prima azienda public utility a collaborare con l'evento dell'Ostensione della Sindone: qualche settimana fa anche anche Smat aveva installato un chiosco, in adiacenza all’ingresso del percorso che conduce i pellegrini al Duomo del capoluogo piemontese che tutt'oggi garantisce, dalle ore 8 alle ore 21, acqua naturale refrigerata e, contemporaneamente, consente di ridurre notevolmente il consumo di plastica.
Sono stati finora oltre 600 mila i pellegrini che hanno sfilato davanti alla sacra reliquia, domenica 2 maggio è previsto nella città piemontese l'arrivo del Pontefice Benedetto XVI.
Il biodegradabile avanza sempre di più...
Da luglio la spesa con sacchietti bio
QUALIANO. Divieto di distribuzione di sacchetti non biodegradabili: il sindaco prepara l'ordinanza. Con decorrenza dal primo luglio venturo, tutti gli esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione di alimenti e bevande operanti sul territorio di Qualiano, che si tratti sia di postazioni fisse che itineranti, dovranno distribuire alla clientela shoppers realizzate in materiale biodegradabile quali, ad esempio, sacchetti in mater-bio altri materiali di origine vegetale, cellulosa, carta, tela e altre fibre naturali.
L'atto nasce in scia alla normativa comunitaria europea Uni En 13432 che specifica le peculiarità di prodotti biodegradabili, ai dettami del Protocollo di Kyoto ed alla legge italiana 296 del 27 dicembre 2006, specificamente negli articoli riguardanti le disposizioni atte a favorire la riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera ed il rafforzamento della protezione ambientale.
Il sindaco, Salvatore Onofaro, l'assessore all'Ambiente Donato Marrazzo e l'assessore al Commercio Santolo Licciardiello, in una nota congiunta dichiarano: ”Nell'ottica di miglioramento e di ulteriore intensificazione della raccolta differenziata nella nostra città ed a salvaguardia della salute ambientale e dei nostri stessi concittadini, questa amministrazione ha inteso giocare d'anticipo per ossequiare una disposizione di legge e far sì che gli stessi esercenti possano meglio organizzarsi per non farsi trovare impreparati all'obbligo previsto. Tale disposizione nasce dalla constatazione e dalla certificazione che ogni anno in Italia finiscono nei rifiuti oltre 4 miliardi di buste non biodegradabili. Una quantità che corrisponde ad un'immissione nell'atmosfera di circa 200 mila tonnellate di biossido di carbonio. In particolar modo in Campania, dove è ancora forte il ricordo della crisi dei rifiuti, dobbiamo intraprendere ogni strada possibile che possa riverberarsi positivamente sull'ambiente e sulla qualità della vita. A Qualiano abbiamo attivato un sistema di raccolta differenziata intenso e capillare la cui ottimizzazione si raggiungerà anche con questo dispositivo in materia di commercializzazione delle shoppers biodegradabili”.
Intanto, mercoledì 5 maggio, alle ore 10 convocazione in Prefettura a Napoli per fare un bilancio ad un anno dall'entrata in vigore dell'ordinanza proposta dal sindaco di Qualiano per contrastare i roghi incontrollati di pneumatici. Il primo cittadino, infatti, nei giorni scorsi aveva inviato una missiva al Prefetto Alessandro Pansa per chiedere un tavolo tecnico sull'argomento trovando disponibilità e tempestività da parte dell'Ufficio territoriale di Governo.
“Quello dei roghi incontrollati di rifiuti – prosegue Onofaro – è un altro delicato fronte sul quale ci stiamo battendo da tempo. Nel giugno scorso la nostra ordinanza è stata adottata da decine di comuni campani. I risultati, almeno nel nostro hinterland, sono positivi. Ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Per questo ho chiesto un incontro al Prefetto per fare il punto della situazione ed eventualmente concertare nuove disposizioni in vista dell'approssimarsi della stagione estiva”.
25 aprile 2010
Mastichiamo biodegradabile!
Mai più macchie scure sui lastricati dei nostri centri storici, sulle panchine o sotto le nostre scarpe: la nuova gomma bio si dissolve infatti dopo due mesi, seguendo lo slogan che recita “Viene dalla Terra e ritorna alla Terra". Arriva dal Messico ed è frutto del lavoro e della ricerca dei Chicleros (discendenti dei Maya, secondo alcuni studiosi, i primi masticatori al mondo di chicle), che si definiscono i “Guardiani della Selva Tropicale”, proprio per il loro impegno nella salvaguardia di quella che è la seconda foresta al mondo.
I Chicleros sono 2.136 e si sono riuniti in 56 cooperative; possiedono 1.350.000 ettari di Chicozapote (da qui il nome della nuova gomma da masticare), chiamati anche Sapodilla, alberi che crescono solo nella penisola dello Yucatan.
Uno dei vantaggi è ovviamente dato dalla biodegradabilità di questa gomma rispetto a quella ottenuta industrialmente a partire dal butadiene o dal polivinil acetato, ingredienti in genere nascosti dietro al termine “gomma base” nella lista degli ingredienti delle gomme da masticare.
Anche i gusti sono in continuo aumento: orange, lemon, spearmint, cinnamon, red fruits, peppermint, natural, naranya, hierbabuena; insomma, ad ognuno il suo.
Da non sottovalutare, poi, l'aspetto equo-solidale di Chicza, il cui acquisto permette a questo consorzio di produttori messicani di proseguire nel proprio lavoro.
Diffusa già ampiamente in tutta Europa, la Chicza di cui avevamo avuto modo di parlare qualche tempo fa, arriva in Italia solo adesso grazie all'impegno, sia in termini economici che fisici, da parte di Gino Di Giacomo che ha investito le sue energie per importarla e soprattutto per farla capillarmente distribuire. "In Italia su 60.000.000 di abitanti 15.000.000 'masticano' chewing-gum, il 32% nel Nord-Ovest, il 29% nel Nord-Est, il 21% nel Sud e il 18% nel Centro e, con la media di 3 gomme al giorno, si consumano 45.000.000 di gomme; di queste 45.000.000, molte, anzi moltissime, ne vengono gettate in maniera incivile dappertutto: nelle strade, nei marciapiedi, sotto le panche delle Chiese, sotto i banchi di scuola, sull'autobus, nei taxi ecc...ecc...- ci spega Gino - La presenza della Chicza contribuirà, in positivo, al decoro cittadino e a farci...'incavolare' di meno. In Europa è venduta quasi ovunque e sta accontentando le richieste, sempre più esigenti, di molte consumatrici e di molti consumatori. La Chicza, come in genere tutti i prodotti, non potrà piacere a tutti, ma saprà trovare, anche nel panorama del mercato italiano, il suo spazio e soddisfare le nuove esigenze da parte dei Consumatori Italiani.
La Chicza sarà venduta nelle Botteghe del Commercio equo e solidale e presto anche nelle tabaccherie per la gioia dei cittadini italiani sensibili alle cause ambientali e degli amministratori, che eviteranno così di spendere troppi soldi per ripulire i marciapiedi; ma detto ciò: è proprio necessario gettarle a terra queste gomme da masticare?
Sostenibilità sui voli TAM Airlines.
"L’intenzione è quella di ridurre del 47% l'uso di imballaggi di plastica sui nostri voli", afferma Manoela Amaro, Direttore Marketing di TAM. Lo sviluppo del nuovo materiale è stato implementato in collaborazione con LSG Sky Chefs, fornitore di catering aereo.
L’impegno di TAM per ridurre l'impatto ambientale vede l’azienda, insieme a soci e fornitori, alla costante ricerca di soluzioni innovative, in tutte le aree di attività, con l’intento di costruire una cultura della sostenibilità. “Come in questo caso, in cui abbiamo scelto un prodotto realmente biodegradabile", ha detto Manoela.
I primi voli che impiegheranno i nuovi contenitori sono quelli con partenza da Guarulhos (Sao Paulo), Porto Alegre (Rio Grande do Sul), Manaus (Amazonas), Caracas (Venezuela), Asuncion (Paraguay), Montevideo (Uruguay), Santa Cruz de la Sierra e La Paz (Bolivia).
Ufficio Stampa TAM airlines
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16 aprile 2010
Questa primavera il pic-nic diventa biodegradabile.
09 aprile 2010
Questo weekend mi riciclo!
Piante in vaso biodegradabile al 100%.
Nel momento in cui viene acquistata, nella sua confezione di cartone, la piantina si trova già nelle condizioni ottimali per essere trapiantata, così com’è, nella sua sede definitiva, vaso grande o terra che sia, senza necessità di toccare nulla: basterà creare un buco nel nuovo substrato, collocarla all’interno e rincalzare la terra in modo da riempire i vuoti. E il gioco è fatto: semplice e veloce, Fertil Pot elimina la necessità di toccare radici e zolla, evitando alla pianta lo stress da trapianto, che a volte può rendere complicato l’attecchimento. Unica accortezza: procedete al trapianto della vostra piantina in tempi brevi. L’evaporazione dell’acqua nel vaso biodegradabile è infatti leggermente più veloce rispetto a quella che avviene in un vaso in plastica. In compenso, il vaso biodegradabile ha un effetto traspirante che consente di mantenere più fresco il terriccio interno, evitando l’effetto “cottura” tipico della plastica quando le temperature aumentano. Il Fertil Pot è in vendita in esclusiva da marzo nella catena dei garden “Viridea”, presenti a Rodano (MI), Cusago (MI), Rho, S.Martino Siccomario (PV), Settimo Torinese (TO), Collegno (TO), Torri di Quartesolo (VI).
02 aprile 2010
Gelato in coppetta biodegradabile.
L'orologio biodegradabile.
Patch è il primo orologio al mondo realizzato totalmente in questo materiale ed è biodegradabile.
Ecologico e ad impatto zero per l’ambiente, il paper watch è trattato con uno speciale rivestimento che lo rende idrorepellente e ne garantisce la resistenza all’usura ed alle sollecitazioni esterne.
Patch by Altanus prende vita da un’intuizione di Giuseppe Casillo – AD Altanus e coordinatore dell’Ufficio Stile – da sempre alla ricerca di nuove forme espressive capaci di coniugare il know-how aziendale con le ultime richieste del mercato. L’idea nasce quattro anni fa durante il Carnevale di Viareggio dove Giuseppe Casillo, affascinato dalle straordinarie potenzialità della carta, decide di testare l’impiego di questa materia prima anche nel settore orologio.
Un orologio easy nello spirito ed anche nella forma: ultra-light con i suoi solo 11 grammi, ha un design che si adatta al polso come una seconda pelle e si propone trasversalmente ad un pubblico dinamico e sempre più consapevole ed attento alle tematiche ambientali.
31 marzo 2010
L'Italia scopre il turismo ecologico.
Per Pasqua, le previsioni sono positive. La primavera - afferma Coldiretti - è la stagione privilegiata per la vacanza ecologica. I turisti ecologici - sottolinea la Coldiretti in base ai dati del rapporto Ecotour - cercano infatti soprattutto il contatto con la natura (38% delle indicazioni), ma anche relax e tranquillità (13,7%), le tradizioni culturali, folcloristiche ed enogastronomiche (12,6%), la possibilità di avere prezzi più bassi rispetto alle altre tipologie di turismo (10,3%) e, infine, sport (trekking, mountain bike, birdwatching, sci, equitazione, climbing) e attività all'aria aperta (9,9%).
E' significativa, tra gli amanti della vacanza a contatto con la natura, la presenza dei giovani tra i 16 ed i 30 anni che sono ben il 23,2% mentre tra le tipologie dei frequentatori, prevalgono le famiglie per il 22,7%, le gite scolastiche per 20%, le coppie per il 19,9% e, infine, dai single per il 10,3%.
Per quanto riguarda le strutture di ospitalità ad essere privilegiati rispetto alle tradizionali vacanze sono gli agriturismi, scelti da oltre il 20 per cento dei vacanzieri ecologici. "Ad affollare gli oltre diciottomila agriturismi per il classico pranzo di Pasqua, preparato nel pieno rispetto delle tradizioni, sono - rileva la Coldiretti - soprattutto i gruppi familiari, mentre per il giorno di Pasquetta si registrerà il pienone di ragazzi che, sempre più spesso, scelgono l'agriturismo come valida alternativa al solito pic-nic fuori porta". A tutto questo si aggiunge la ricchezza dei prodotti, che conta quasi 600 diversi alimenti tipici tra vini, formaggi, salumi, oli extravergini e altre specialità.
28 marzo 2010
Woodsland, il cimitero biodegradabile
Ere diverse, bare diverse. Ne abbiamo inventate a bizzeffe: a pozzo, a fossa, addirittura a camera, se i morti erano parenti. Ma cambiano i tempi. Nel ventesimo secolo bisogna preoccuparsi dell'ecologia, che viene messa al primo posto, anche nel lungo cammino verso l'aldilà. A Blackley, vicino Manchester, è in corso un progetto di cortruzione di un cimitero 'verde', con bare biodegradabili e carro funebre elettrico. Woodsland (questo il nome del cimitero ecologico) permette di dare riposo ai propri cari nel modo più 'naturale' possibile. Non ci sono lapidi, ma discreti numeri che marcano i loculi, per una ricerca del defunto più precisa.
Barrie Jones, curatrice dell'idea, spiega: ' Puntiamo sulla natura e su una manutenzione il più possibile ridotta. Le persone possono lasciare fiori solo per la prima settimana, poi preferiamo lasciar crescere quelli spontanei e l'erba." Si risparmia anche sul giardiniere, in quanto la manutenzione è affidata alle quattro stagioni'.
Insomma, i defunti sepolti da oggi potranno recarsi ai cancelli dell'Ade 'rinati' perfetti ecologisti.
25 marzo 2010
DBA 98, la penna biodegradabile.
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24 marzo 2010
Incentivi per prodotti biodegradabili, Quibio protagonista.
Grazie agli incentivi di molte pubbliche amministrazioni, Quibio.it fornirà quest'anno ad oltre seicento manifestazioni e sagre prodotti biodegradabili e compostabili che aiuteranno a ridurre l'impatto di questi eventi sull'ambiente.
Quibio.it, il primo sito e-commerce italiano di prodotti usa e getta completamente biodegradabili, si appresta a vivere un intenso 2010.
Terminati da poco i festeggiamenti per i suoi primi dieci anni di attività, Quibio.it vivrà i prossimi mesi da protagonista, fornendo a centinaia di feste e sagre prodotti usa e getta compostabili al 100% che assicureranno una consistente diminuzione dei rifiuti prodotti.
Questo permetterà agli organizzatori delle varie manifestazioni di ridurre l'impatto ambientale degli eventi, contribuendo attivamente a preservare l'ambiente che ci circonda, e a risparmiare denaro grazie agli incentivi che molte pubbliche amministrazioni erogano per chi organizza eventi a basso impatto ambientale.
Quibio.it è stato il primo e-commerce italiano a vendere prodotti a perdere come piatti in polpa di cellulosa, bicchieri in amido di mais, posate in legno o bioshopper in MaterBi.
L'obiettivo primario è sempre stata la sensibilizzazione all'utilizzo di prodotti ecocompatibili nel settore dell' usa e getta, per contribuire alla riduzione di rifiuti come piatti e posate di plastica.
I prodotti presenti su Quibio.it sono tutti rigorosamente biodegradabili e compostabili al 100% e permettono di dare una mano concreta all'ambiente evitando di produrre rifiuti difficili da smaltire.
Per maggiori informazioni: http://www.quibio.it/
18 marzo 2010
Film in 3D con gli occhiali biodegradabili.
Gli occhialini 3D saranno realizzati con l'utilizzo di materie plastiche biodegradabili ottenute dalla lavorazione dei cereali, secondo un procedimento analogo a quello che si effettua per ricavare i sacchetti per la spesa biodegradabili e per la raccolta differenziata (che in Italia sono prodotti soprattutto in Mater-BI)
Una differenza sostanziale, dunque, se confrontata con gli attuali occhialini realizzati in plastica, calcolando che la produzione di 10 milioni di questi occhiali ha liberato nell'atmosfera la stessa quantità di anidride carbonica generata dalla combustione di 200 mila litri di benzina.
Il vantaggio che deriverà dall'utilizzo degli occhiali 3D biodegradabili sarà quindi triplo. La diffusione di questi "dispositivi", che negli ultimi mesi ha raggiunto decine di milioni di esemplari prodotti (grazie all'arrivo nelle sale di film come "Avatar" e "Alice in Wonderland") permetterà un rapido riciclo degli occhiali e una più efficace difesa dell'ambiente.
In più, secondo quanto disposto in questi giorni dal Ministero della Sanità, gli occhiali per la visione di film in 3D dovranno essere monouso. In questo caso, l'utilizzo di materiali biodegradabili potrà solo favorire la pratica dell'usa e getta, perché si faciliterà lo smaltimento e sarà più rapida anche l'adozione di materiali più sicuri.
Se, poi, non dovessero più essere utilizzati, gli occhialini 3D prodotti in tandem dalla Cereplast e dalla Oculus 3D sono stati studiati per decomporsi dopo tre mesi, senza lasciare tracce nocive.
13 marzo 2010
Nelle scuole di Novara si mangia con le stoviglie biodegradabili.
11 marzo 2010
Roma gioca d'anticipo e sceglie il biodegradabile.
Il sindaco Alemanno, l'assessore all'Ambiente, De Lillo e i vertici Ama hanno lanciato una campagna di informazione e sensibilizzazione sull'uso delle buste ecologiche, incontrando la stampa al mercato rionale di piazza dell'Unità, in Prati.
Presso punti informativi Ama, creati per l'occasione in 10 mercati rionali e 12 centri commerciali della Capitale, dall'8 al 14 e dal 22 al 28 marzo, saranno distribuiti oltre mezzo milione di sacchetti di carta riciclata con lo slogan "Chi previene, ama" e con il logo dell'Ama.
Le buste, che possono contenere fino a 7 kg di peso, sono realizzate al 100% con carta riciclata e certificazione FSC (Forest-Stewardship-Council), che attesta che il prodotto è realizzato con legno o fibre di legno riciclate post consumo. Possono essere riutilizzate e, a fine vita, riciclate attraverso la raccolta differenziata della carta o dei rifiuti organici.
I 22 punti Ama, allestiti a forma di buste giganti, distribuiranno anche un questionario con 10 domande per capire i comportamenti più diffusi dei cittadini romani ed il livello di conoscenza sui danni ambientali causati dall'utilizzo delle buste in plastica tradizionali. Verrà richiesto inoltre un giudizio su questa prima iniziativa romana e quali sono le soluzioni preferite per il futuro.
Fonte: http://www.quibio.it/
06 marzo 2010
Quibio.it festeggia i dieci anni.
Quibio.it, il primo sito e-commerce italiano di prodotti usa e getta completamente biodegradabili, compie dieci anni. Il portale, infatti, è stato il primo sito web a vendere prodotti a perdere attraverso Internet. E’ la storia di una sensibilità sempre più diffusa verso l’ambiente che ci circonda, iniziata dieci anni fa in Sardegna, a Cagliari con Giuseppe Brau e Maria Grazia Sanna, che oggi vive un momento di grande vitalità grazie all’attenzione dei media attorno alle tematiche ambientali.
Quibio.it è stato il primo e-commerce italiano a vendere prodotti a perdere come piatti in polpa di cellulosa, bicchieri in amido di mais, posate in legno o bioshopper in MaterBi, quando ancora Internet era poco diffuso e la vendita online soltanto una sconosciuta opportunità. L’obiettivo primario è sempre stata la sensibilizzazione all’utilizzo di prodotti ecocompatibili nel settore dell’ usa e getta, obiettivo che ora sembra essere più vicino anche grazie alla sempre maggiore attualità delle tematiche green, dal surriscaldamento globale alla raccolta differenziata con cauzione.
Da subito, la crescita esponenziale degli utenti ecosensibili ha permesso al portale di varcare i confini regionali andando a soddisfare le richieste di aree di servizio, case farmaceutiche, pubbliche amministrazioni e numerosissimi privati, ma soprattutto di contribuire a costruire una mentalità rispettosa dell’ambiente che ci circonda e di chi lo dovrà abitare in futuro.
I prodotti presenti su Quibio.it sono tutti rigorosamente biodegradabili e compostabili al 100% e permettono di dare una mano concreta all’ambiente evitando di produrre rifiuti difficili da smaltire.
Per maggiori informazioni: www.quibio.it
02 marzo 2010
Acam e i progetti "Scuolambiente"
A salire in cattedra l’ingegner Tonino Maggesi, Ufficio Comunicazione di ACAM, che ha spiegato alla giovane platea di studenti la definizione di rifiuto, l’importanza della raccolta differenziata, le modalità di lavorazione dei materiali differenziati (carta e cartone, plastica, vetro e lattine) e le fasi di trasformazione degli scarti organici in compost da parte dei decompositori (muffe, insetti, funghi etc.).
Dalla teoria si é poi passati alla pratica. Individuata un’area del cortile dell’Istituto scolastico dove posizionare la compostiera, omaggio di ACAM Ambiente, gli alunni, come in un gioco, si sono divertiti a preparare la massa da compostare con scarti di verdura, bucce di frutta, gusci di uova, fondi di caffè, rami e foglie secchi etc. Il processo di trasformazione degli scarti organici in terriccio sarà seguito dagli alunni nel tempo, avendo cura di riportare in un diario le varie fasi della sperimentazione..
La IV elementare dell’ Istituto “ Pia Casa di Misericordia” è costituita dagli alunni: Martina Bracco, Vittoria Brandi, Giuseppe Cascone, Eleonora Castellini, Carlotta Cucciniello, Greta De Nicolò, Gaia Del Corso, Alessandro Desideri, Claudia Di Giorgio, Matilde Ferrari, Niccolò Ferrari, Filippo Ganapini, Giulia Gozzi. Hyun Kang Tae, Tommaso Lana, Sara Livolsi, Chiara Maggi, Eleonora Messuri, Tommaso Maria Pagni, Francesca Piastri, Laura Polledri, Mattia Raffellini, Pietro Rio, Camilla Sbardella Siniscalchi, Chiara Tarabugi. Marianna Zampariolo. Maestra Fulvia Bonfiglio.
Plastica biodegradabile allo zucchero.
Ecologico, biodegradabile e alla portata di tutti.
Il prezioso manuale, firmato da Lise Soto, studiosa di alimentazione naturale, ci propone consigli, rimedi e trucchi per approfittare di questo prodotto straordinario. Biodegradabile, non tossico, si presta agli usi più svariati. Non solo consente l'eliminazione di odori sgradevoli ma è utilissimo per le pulizie domestiche e l'igiene personale.Inoltre serve come fungidita per le piante, possiede proprietà medicinali e altro ancora. Il bicarbonato entra anche in cucina. L'autrice , infatti, presenta 18 ricette per preparare con il bicarbonato piatti gustosi e salutari.
28 febbraio 2010
Alla RiminiFiera si passa al biodegradabile, con il Mater-Bi.
Nel polo fieristico di Rimini tutti i punti di ristoro utilizzeranno prodotti di catering biodegradabili e compostabili in Mater-Bi, la bioplastica sviluppata da Novamont, abbinata a carta/cartoncino e altri materiali certificati.
Coinvolti nel progetto due ristoranti, tre free-flow, nove bar, una gelateria e due pizzerie-kebab, che ogni anno generano circa 2,5 milioni di manufatti per catering in materiale plastico. La raccolta differenziata della frazione organica sarà estesa a tutti i punti di ristoro e, grazie alla collaborazione con Hera Rimini (società operativa territoriale per la gestione dei RSU), i rifiuti saranno conferiti e trattati in impianti di compostaggio. L'accordo di collaborazione pluriennale coinvolge altri partner quali Comieco e il produttore di imballaggi Seda SpA
Tutte le stoviglie monouso sono biodegradabili e compostabili, naturalmente ai sensi della norma internazionale UNI EN 13432. Il Mater-Bi, accoppiato alla carta, è in grado di garantire resistenza e tenuta utilizzando risorse rinnovabili. Diminuisce le emissioni di gas ad effetto serra, riduce il consumo di energia e di risorse non rinnovabili, completa un circolo virtuoso: le materie prime di origine agricola tornano alla terra attraverso processi di biodegradazione o compostaggio senza il rilascio di sostanze inquinanti.
27 febbraio 2010
Usa & getta biodegradabile da biomasse lignocellulosiche.
Il polimero degradabile è costituito da zuccheri noti come biomasse lignocellulosiche, che provengono da colture non alimentari come alberi a crescita rapida ed erbe, o da fonti rinnovabili prodotte da biomasse agricole o da rifiuti alimentari.
È stato sviluppato presso l’Imperial College di Londra da un team di scienziati che fa parte dell’Engineering and Physical Sciences Research Council, guidato da Charlotte Williams. La ricerca di materie plastiche verdi, in particolare per gli oggetti monouso, come gli imballaggi alimentari, è oggetto di importanti ricerche in tutto il mondo.
Circa il 7% del petrolio mondiale e le risorse di gas vengono infatte impiegate nel processo di fabbricazione della plastica, con una produzione a livello mondiale superiore a 150 milioni di tonnellate all’anno. Quasi il 99% delle materie plastiche sono formate da combustibili fossili.
Il nuovo polimero ricco di ossigeno e zuccheri permette di assorbire l’acqua e di degradarsi in prodotti innocui, il che significa che può essere gettato nel compostaggio di casa o utilizzato per fertilizzare il giardino.
Poiché il nuovo polimero può essere fatto a partire da materiali economici o da rifiuti è decisamente meno costoso rispetto alle plastiche a base petrolchimica.
Inoltre, questo polimero non è affatto tossico per l’organismo.
26 febbraio 2010
Con idee molto innovative, possiamo tenere la nostra casa pulita, produrre energia e rispettare l'ambiente.
Il fornello solare. A infilare il sole in una scatola non ci aveva mai pensato nessuno. C'è riuscito Jon Bohmer inventando Kyoto Box, il fornello a energia solare che gli è valso il primo premio del Climate Change Challenge 2009, il concorso per l'invenzione più "eco" organizzato dal Forum for the future. Il fornello (costo di realizzazione: 5 dollari) è di piccole dimensioni, produce calore grazie all'energia solare e sarà utilissimo a quei due miliardi di persone che vivono al limite della sopravvivenza e hanno il sole come unico patrimonio. Permetterà loro di disinfettare l'acqua e renderla potabile, riscaldarsi di notte e cucinare.
Il tessuto-luce. Energia rinnovabile protagonista anche nel progetto Portable Light, realizzato dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) grazie a un'idea della scienziata Sheila Kennedy. Anche stavolta il principio è semplice, basato sull'integrazione di pannelli solari flessibili in stoffe e tendaggi in modo da creare energia gratuita e libera. Il progetto pilota, sviluppato con il contributo di architetti, antropologi, ingegneri e medici, è nato per risolvere le esigenze della popolazione indigena dell'area messicana della Sierra Madre, che non ha accesso all'elettricità. Il "tessuto solare" viene realizzato con semiconduttori che assorbendo la luce del sole la convertono in energia elettrica. Il risultato finale è un materiale leggero, portatile e morbido, capace di immagazzinare i raggi del sole e restituire luce, trasformandosi in una sorta di lampada nomade.
Le bici ricaricabili. E dopo l'energia solare tra i fornelli e nei tessuti, non poteva mancare quella per i mezzi di trasporto. Il sistema su due ruote Ubicycle, creato dall'agenzia di design Continuum, darà ai viaggiatori di Montreal (prima città in cui verranno distribuite le bici) un nuovo modo di percorrere la città, usando bici che all'occorrenza, grazie all'energia solare, diventano motorini ecologici. Per ricaricarle basterà appoggiarle alla rastrelliera. Bella invenzione: ma quante catene dovremmo mettere in Italia per evitare che qualcuno le rubi?
Le barche a energia termica. Scienziati dell'università di Berkeley hanno anche messo a punto delle macchine acquatiche, dalle ridotte dimensioni, a propulsione solare "diretta", capaci di sfruttare la tensione superficiale dei liquidi. Queste minuscole "barche" sono realizzate in plastica e strisce di carbonio nanostrutturato: quando i raggi del sole vengono concentrati sul dispositivo, i nanotubi si riscaldano rilasciando energia termica anche alle molecole d'acqua che li circondano e provocando così una diminuzione della tensione superficiale. In assenza di ostacoli, l'oggetto riscaldato si dirige verso una zona a maggior tensione spostandosi sulla superficie del liquido. In poche parole, la barca naviga senza gettare una goccia di inquinamento nel mare.
La lavatrice a noci. Stesso discorso per la lavatrice E-Wash, creata dall'ungherese Levente Szabo, vincitore della quinta edizione dell'Electrolux Design Lab 07. Questo elettrodomestico piccolo e compatto ha capacità di carico e centrifughe uguali a quelle dei moderni apparecchi, solo che invece dei classici detersivi in polvere utilizza le "noci lavanti" dell'albero Sapindus mukorossi, il cui potere detergente è noto da millenni in India e Nepal. Il merito è tutto dei gusci, ricchi di saponina, una sostanza presente in percentuale minima anche nei prodotti industriali ma che in questo caso viene usata pura, si scioglie a contatto con l'acqua e funziona come un normale detersivo, per giunta anche disinfettante.
Acqua potabile eolica. Grazie alle energie rinnovabili è anche possibile ottenere acqua potabile dagli oceani senza dover ricorrere all'elettricità. Il progetto sviluppato dalla University of Technology di Delft, in Olanda, è riuscito nell'impresa sviluppando un mulino a vento a osmosi inversa, che pompa l'acqua salata utilizzando l'energia eolica e la porta dal mare alla membrana a osmosi, a una pressione di circa 60 bar. Il sale contenuto nella soluzione viene così rilasciato, rendendo possibile ricavare acqua dolce. Il mulino è in grado di produrre dai cinque ai 10 metri cubi di acqua al giorno, a seconda della capacità e della velocità del vento a disposizione, e i serbatoi permettono di conservare l'acqua anche per cinque giorni in situazioni di siccità estrema o di scarsità di vento. Le alternative per aiutare il pianeta dunque non mancano: basta avere la voglia di andarle a cercare.
14 gennaio 2010
Il Sacco dell' Energia, una semplice fiaba ecologica...
Il concerto-spettacolo Il Sacco dell’Energia – una semplice fiaba ecologica può essere ospitato in un teatro, un cinema, una scuola, un giardino… ovunque ci sia spazio per 2-3 musicisti, 1 attore e uno spazio per proiettare il cartone animato.
Il Sacco dell’Energia – una semplice fiaba ecologica introduce tematiche quantomai attuali: ambiente, risparmio energetico, ecologia e consumo consapevole. In modo ironico, con la forza poetica della fiaba e la suggestione della musica, Il Sacco dell’Energia – una semplice fiaba ecologica racconta ai piccoli ma anche ai grandi una storia che parla dell’uomo, dell’origine della vita e dell’assurdo e sfrenato consumismo. Il Sacco dell’Energia – una semplice fiaba ecologica non contiene ricette o soluzioni, ma si pone come spunto di riflessione, come punto di partenza per intraprendere quel necessario cammino verso una vita quotidiana rispettosa dell’ambiente, lungimirante e consapevole.
L’appuntamento live è il fulcro attorno al quale si snoda l’intero progetto!!!
Per maggiori informazioni: www.saccoenergia.it
12 gennaio 2010
"Che Bio ce la mandi buona", Risate biodegradabili al 97%...
CIVITELLA - Mercoledì 13 gennaio (ore 21.15), al Teatro Comunale di Civitella di Romagna, Diego Parassole presenta lo spettacolo “Che Bio ce la mandi buona", spettacolo di cabaret ecosostenibile. Risate biodegradabili al 97% di Diego Parasole e Riccardo Piferi (regia di Marco Rampoldi).
Le fortunate apparizioni a Zelig Circus hanno reso celebre il suo personaggio di Erminio Pistolazzi, cittadino comune e pasticcione alle prese con i piccoli drammi quotidiani delle multe e dei divieti di sosta, operaio cassaintegrato che, partendo dai racconti paradossali di quotidiane esperienze nella giungla metropolitana, si spinge nella satira sociale e politica dimostrando intelligente senso critico e grafffiante ironia nell'osservazione del reale che lo circonda.
Anche Il nuovissimo spettacolo "Che Bio ce la mandi buona!" affronta una serie di tematiche di attualità. Questa volta al centro dello spettacolo c'è l'ambiente e l'ecologia, temi trattati in modo divertente, popolare e per certi versi anche scientifico. Diego Parassole è spesso ospite di diversi programmi televisivi di livello: Zelig, Ballarò, ed altri.
La sua comicità è in grado di miscelare risate e informazioni, battute e cronaca, realtà e finzione, costruendo un percorso che, in questo caso, permette di arricchire la coscienza ecologica degli spettatori. Lo spettacolo apre un ventaglio di argomenti che riguardano l'ecologia del quotidiano: Perché continuiamo a bere l'acqua minerale? Perché il packaging dei prodotti di largo consumo è così esasperato? Perché lo smaltimento dei rifiuti non funziona? Perché siamo così consumisti da arrivare a buttare prodotti ancora funzionanti? Perché sprechiamo energia? Ma soprattutto, quali sono le possibili soluzioni? Per le risposte appuntamento al teatro comunale di Civitella di Romagna, mercoledì 13 gennaio alle ore 21.15.
La direzione artistica e l’organizzazione fanno capo a Dire Fare - Ingresso: intero 12 Euro – ridotto 9 Euro
Fonte: www.diegoparassole.it