12 agosto 2005

Il Compostaggio domestico...

IL COMPOSTAGGIO DOMESTICO

In natura la sostanza organica prodotta e non più “utile” alla vita (foglie secche, feci, spoglie di animali, ecc.) è decomposta dai microrganismi e dagli insetti presenti nel terreno che la restituiscono al ciclo naturale. Dalla sostanza organica in decomposizione si liberano acqua, anidride carbonica, sali minerali e il prodotto finale di trasformazione è detto humus. L’humus è una riserva di nutrimento per le piante, per la sua capacità di liberare lentamente, ma costantemente gli elementi nutritivi (azoto, fosforo, potassio, zolfo e microelementi) assicurando la fertilità nel tempo del suolo. Con il compostaggio domestico si vuole riprodurre e accelerare questo processo al fine di ottenere “compost”, ossia un ammendante, cioè una sostanza che migliora le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche del terreno.
I N D I C E - Convenienza del Compostaggio- Processo e Matrici- ImpiegoA cura di Antonio Ortenzi


Convenienza del CompostaggioDati statistici nazionali affermano che il 30-32% dei rifiuti prodotti sul suolo nazionale sono di natura organica (scarti di cucina e del giardino); reimmettere quindi questa quota rilevante di rifiuti nel ciclo biologico è utile sotto diversi aspetti: conviene all’ambiente, meno inquinato da discariche ed inceneritori, e conviene al terreno che riceverà tale fertilizzante. In sostanza, il compostaggio domestico è utile ed ha più senso applicarlo laddove le infrastrutture per la raccolta differenziata e il trattamento centralizzato della frazione organica dei rifiuti solidi urbani non sono presenti; ovvero laddove le utenze sono distanti e poco concentrate, come di solito avviene nei centri abitati montani e nelle utenze isolate di campagna.

Processo e Matrici
Scegliere bene i materiali da compostare. Possiamo utilizzare tutti gli scarti biodegradabili, ossia aggredibili dagli insetti detritivori e da microbi e batteri; non sono invece utilizzabili i rifiuti di origine sintetica o contaminati da sostanze non naturali ed inquinanti: quindi si agli avanzi di cucina (bucce, fondi di the e caffè, ecc.) e agli scarti del giardino (residui di potatura opportunamente trinciati, sfalci d’erba, foglie secche, ecc.), ma anche ad altri materiali biodegradabili quali carta (non patinata), cartone, segatura e trucioli provenienti da legno non trattato. E’ invece importante non introdurre nel cumulo di compostaggio elementi inquinanti come pile, recipienti di solventi o altre sostanze nocive: il pericolo maggiore è che le trasmettano al giardino o all’orto in cui sono impiegate e di conseguenza anche a quello che ci cresce sopra e che mangiamo!
Dove? Come? Il luogo adatto in cui apprestare un cumulo o una struttura apposita (composter) per il compostaggio dei propri rifiuti organici, sarà un angolo del giardino o dell’orto. E’ importante miscelare le varie matrici di partenza, ossia i rifiuti più secchi (in genere quelli provenienti dal giardino) e quelli più umidi e ricchi di azoto (gli scarti di cucina nella fattispecie), per avere una omogenea distribuzione spaziale ed un equilibrato rapporto quantitativo: l’ideale è 1/1. In questo modo si forniscono ai microbi, i veri attori del processo digestivo, tutti gli elementi essenziali al loro metabolismo (ossia nutrienti, ossigeno e acqua) in modo equilibrato.
Umidità e Ossigeno. Approfondiamo il discorso umidità: se risulta in eccesso, si innescano processi Anaerobiotici con la produzione di odori sgradevoli; in caso contrario i microbi non possono svilupparsi e si ha un conseguente arresto del processo di compostaggio.
Ma come possiamo renderci conto empiricamente del giusto grado di umidità del nostro materiale? Semplicemente stringendone un campione nel pugno: si vedranno alcuno gocce di liquido trasudare e questo è un sintomo che la percentuale di umidità è al livello ottimale (intorno al 45 – 65 %); se invece si ha umidità eccessiva con trasudazione abbondante di liquidi dal materiale o se al contrario durante la pressione non esce nulla, si dovrà provvedere ad aggiustare la composizione della miscela.
Aggiungeremo materiale secco nel caso di eccessiva umidità e controlleremo che non sia avvenuta una stratificazione di materiali poco permeabili che impediscono il normale passaggio di umidità all’interno del cumulo; nel caso di umidità scarsa si provvederà a fornire acqua fino al giusto grado.
Riguardo all’ossigeno, questo è un elemento essenziale per il processo di compostaggio, un’insieme di trasformazioni della materia organica che avvengono in condizioni Aerobiche ad opera di batteri e i microrganismi che respirano. Per garantire allora la giusta presenza di ossigeno è bene provvedere il cumulo di uno strato di drenaggio al piede e ogni 50/60 cm ( con ramaglie e materiale grossolano proveniente dal ciclo precedente), miscelare ottimamente i vari composti di partenza e non comprimere mai il cumulo. Se le condizioni del cumulo sono ottimali per gli attori del processo digestivo, questo avviene rapidamente e con un’abbondante produzione di calore (50° - 60°C), senza odori sgradevoli.
Rapporto Carbonio Azoto (C/N) Essenziale al pari dell’umidità e dell’aerobiosi è un ultimo parametro: il rapporto carbonio/azoto. Questi sono i due elementi chimici più importanti del compostaggio in quanto il primo è la matrice che viene ossidata e che costituirà poi lo scheletro stabile del compost, il secondo è un elemento essenziale per lo sviluppo e la riproduzione dei microrganismi che vivono nel cumulo, in quanto mattone delle proteine. In genere nel compost il rapporto tra grammi di Carbonio e Azoto si aggira intorno a 20 con un minimo di 15 e un massimo di 30. Se abbiamo troppo poco azoto rispetto al carbonio, i microbi si riproducono lentamente e il processo può arrestarsi, la produzione di calore è minima, il materiale non viene stabilizzato. Invece, se c’è troppo azoto, il rischio è di perdere quello in eccesso (sprecando valore fertilizzante) attraverso l’attivazione di vie metaboliche secondarie che portano alla formazione di sostanze azotate volatili dall’odore sgradevole di urina (ammoniaca).

Impiego
In genere nei cumuli domestici un ciclo di compostaggio completo dura circa sette mesi nei periodi freddi e 5 in quelli caldi in dipendenza in primo luogo delle temperature esterne, poi della grandezza del cumulo e della sua composizione; per una corretta gestione del cumulo è importante rivoltarlo una o due volte durante il ciclo e provvedere ad una setacciatura e separazione del materiale decomposto da quello parzialmente indecomposto, che servirà da inoculo della carica microbica per il successivo ciclo di compostaggio. Invece il materiale più fine e decomposto che chiameremo Compost Fresco (con una maturazione di 2-3 mesi), può già essere impiegato tal quale con un buon effetto concimante nel giardino o nell’orto, a patto di utilizzarlo in autunno ad una certa distanza da semine e trapianti e non a diretto contatto con le radici perché troppo ricco di sostanza organica indecomposta che, non essendo stabile, maturando a contatto con le colture potrebbe arrecare loro danni. Per eliminare questo inconveniente si può aspettare che il ciclo si completi e che la sostanze organiche si stabilizzino maggiormente nel cumulo (Compost Pronto). Ancora, questo stesso materiale può essere posto in sacchi di juta o in luogo arieggiato, ma protetto dalla pioggia per una successiva maturazione di 3-4 mesi al fine di ottenere Compost Maturo, che può essere utilizzato a diretto contatto con le radici anche nei rinvasi e per riempire le buche di piantagione.
12/08/2005 fonte http://www.spazioambiente.org
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