07 ottobre 2007

Usa e getta: pro e contro di un fenomeno del nostro tempo, si è studiata l' impresa cagliaritana "Quibio"...

Esiste un mondo complesso e poco considerato dal “design ufficiale” fatto di oggetti spesso concepiti senza una cultura progettuale alle spalle, pensati semplicemente per essere utilizzati ed immediatamente gettati: stiamo parlando dell’universo dell’usa e getta, costituito da oggetti, a volte anche costosi, disegnati, comprati, usati senza amore e, forse finalmente con soddisfazione, abbandonati...
- I prodotti usa e getta, quindi sostanzialmente tutti quegli oggetti che vengono gettati quando danneggiati o mostrano ridotta funzionalità senza tentare riparazioni o manutenzione, hanno raggiunto una posizione importante nel mercato mondiale e nelle abitudini collettive dell’umanità. Partendo da questo, il mio lavoro si propone di capire come questi oggetti, in una società consumistica, siano diventati importanti nella nostra quotidianità al punto tale da non poterne fare a meno. Però, guardando l’altro lato della medaglia, bisogna dire che questi prodotti hanno anche molti svantaggi. Da qui, l’analisi della plastica, essenziale per la produzione di questi oggetti, quindi i punti di forza che hanno reso questo materiale impensabilmente eliminabile dal nostro corredo materico - come la lavorabilità, la leggerezza, l'inalterabilità, la relativa economicità – che sono però alla radice del suo devastante impatto ambientale. In teoria, bisogna trovare un punto di incontro tra il design dell’usa e getta e un design sostenibile per l’ambiente, che in realtà già esiste ed è rappresentato dal design dei prodotti usa e getta biodegradabili.

Nel PRIMO CAPITOLO si tratta il tema dei prodotti usa e getta in generale, e quindi sul perché sono così utilizzati nella nostra società, su come possiamo classificarli, sulla loro durata e poi puntare l’attenzione soprattutto sui vantaggi e svantaggi che ne derivano dal loro utilizzo. E infine si tratteranno i quattro momenti della teoria del design “quadrifoglio” (progetto, produzione, vendita e consumo) applicati alla linea dell’usa e getta.
Nel SECONDO CAPITOLO si analizza, nello specifico, il Design della plastica e ci dedicheremo quindi alle materie plastiche sia perché nella produzione industriale sono diventate di importanza maggiore dei materiali tradizionali, sia perché sono le più adatte al tema dell’usa e getta. In particolare, si farà riferimento a come si sono evolute le materie plastiche nella storia, l’importanza della plastica nel packaging e soprattutto una lettura di questo materiale dal punto di vista sensoriale, riferendoci in particolare agli attributi visivi e tattili e poi, in misura minore, a quelli acustici.
Nel TERZO CAPITOLO, si tratterà il Design ambientalista, contrapposto al design della plastica, e quindi la possibilità di una progettazione sostenibile. In particolare, si fa riferimento alla bioplastica, la plastica biodegradabile al 100%, in quanto derivante da materie prime vegetali. Si è studiata l’impresa cagliaritana “Quibio”, primo e-commerce italiano dedicato ai prodotti usa e getta biodegradabili e la novarese “Novamont”, che utilizza il Mater-Bi, famiglia di materiali termoplastici biodegradabili. Queste due imprese costituiscono una grande innovazione perché permettono di inserire nel mercato prodotti che “si usano e si gettano”, ma che non arrecano danni all’ambiente perché il loro tempo di decomposizione è di qualche mese contro i 1000 richiesti per le materie plastiche.
Nel QUARTO CAPITOLO, infine, parleremo del consumismo, il fenomeno che è alla base di tutta la produzione industriale e dell’usa e getta in particolare. Più propriamente tratteremo il tema dell’obsolescenza pianificata, quindi la tendenza a ridurre la durata dei prodotti, con la conseguente produzione di una quantità infinita di rifiuti ingombranti e irrecuperabili, pericolosi per l’ambiente.
Fonte: Tesi di laurea di Adelia Amicone http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=19394

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