15 marzo 2006

Coldiretti: nei campi si " coltivano" giochi, plastica e benzina...

ENERGIA: COLDIRETTI, NEI CAMPI SI "COLTIVANO" GIOCHI, PLASTICA E BENZINALe nuove frontiere dell'agricoltura per il risparmio energetico contro l'inquinamento
Cogliere le opportunità offerte da un'agricoltura rigenerata anche nello sviluppo di prodotti biodegradabili e di alternative energetiche meno inquinanti è una scelta di civiltà per un Paese che vuole percorrere seriamente la strada dello sviluppo sostenibile. È quanto ha affermato il segretario generale della Coldiretti Franco Pasquali alla giornata organizzata in collaborazione con Greenaccord "No food: agricoltura di frontiera" nell'ambito della quale è stata allestita una esposizione di oggetti di uso comune interamente biodegradabili ottenuti dalle coltivazioni (posate, bicchieri, penne, fazzolettini, ossi per cani, fiori, giocattoli e molto altro messo a disposizione da Novamont). Si tratta - spiega la Coldiretti - di bioplastiche che, ricavate dall'amido di mais, grano e patata (Mater-bi), assicurano caratteristiche e prestazioni dei materiali tradizionali, ma consentono anche di risparmiare energia, contribuiscono a ridurre l'effetto serra e si trasformano alla fine del proprio ciclo vitale in fertile humus. Nella gamma di prodotti ottenuti dal mais ci sono - continua la Coldiretti - i tradizionali shopper per la spesa, sacchi e fodere per la raccolta differenziata, contenitori alimentari, bastoncini cotonati, pannolini, fino ad arrivare agli innovativi materiali completamente atossici destinati al divertimento di bambini o di animali come le costruzioni colorate completamente a base di mais da cui si ottengono le forme più svariate o agli ossi per cani, roditori e altri animali domestici. Sostituire la plastica non riciclabile con prodotti biodegradabili - sottolinea la Coldiretti - ha un doppio valore ambientale perché risolve le difficoltà di smaltimento ma contribuisce anche alla riduzione del consumo di combustibile fossile e quindi al contenimento dello smog nel rispetto del protocollo di Kyoto con il quale l'Italia ha assunto l'impegno di una riduzione del 6,5% delle emissioni di gas serra. Un obiettivo al quale l'agricoltura può dare un contributo determinante poiché potenziando le coltivazioni dedicate alla produzione di biocarburanti (biodiesel e bioetanolo), utilizzando residui agricoli, forestali e dell'allevamento e installando pannelli solari nella aziende agricole è possibile secondo gli studiosi arrivare a coprire entro il 2010 fino al 13% del fabbisogno energetico nazionale, risparmiare oltre 12 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti e ridurre le emissioni di anidride carbonica di origine fossile di 30 milioni di tonnellate. Dalle coltivazioni agricole nazionali come il biodiesel ottenuto dalla colza o dal girasole è possibile ridurre dell'80 per cento le emissioni di idrocarburi e policiclici aromatici e del 50 per cento quelli di particolato e polveri sottili, principali responsabili dello smog in città, ma anche contribuire al raggiungimento del target fissato dall'Unione Europea che prevede di sostituire entro il 2010 il 5,75% dei consumi totali di benzina e gasolio da autotrazione con biocarburanti. Con la "spinta" data dalla Coldiretti alla conversione in legge del "decreto agricoltura" prende il via anche in Italia dal primo luglio 2006 una vera e propria rivoluzione nei serbatoi di tutte le auto circolanti a diesel o a benzina dove ci sarà almeno una percentuale dell'uno per cento di biocarburanti derivanti dalle coltivazioni agricole, da incrementare di un punto per ogni anno, fino al 2010. Una decisione che significa un impegno delle imprese agricole per indirizzare a coltivazioni energetiche pari nel primo anno a 273mila ettari di terreno nazionale, destinati peraltro a moltiplicarsi negli anni successivi per arrivare - continua la Coldiretti - a quasi un milione e 400mila ettari nel 2010. Si tratta - conclude la Coldiretti - di un importante contributo per recuperare il ritardo accumulato negli ultimi anni nei confronti dei partner comunitari e che pone l'Italia in linea con gli orientamenti fissati dal libro verde sull'energia presentato dalla Commissione Europea che mette in evidenza la necessità di un mix energetico più sostenibile, efficiente e diversificato sopratutto per un Paese come il nostro che evidenzia tra i più alti livelli di dipendenza energetica dall'estero.
fonte
http://www.coldiretti.it/

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