12 marzo 2006

Codice dell' Ambiente: incentivi alle rinnovabili al Sud e rafforzamento della clausola sociale...

Varato il “Codice dell’Ambiente”
Via libera definitivo alla riforma della legislazione ambientale. Più di 700 pagine, 318 articoli e 45 allegati per semplificare e rendere più razionali le eco-norme. Tra le novità incentivi alle rinnovabili al Sud e rafforzamento della clausola sociale.Matteoli: “Una riforma di legislatura per far uscire l’ambiente dal caos normativo”
Varato il “Codice dell’Ambiente”, il decreto legislativo che semplifica, razionalizza e riordina la normativa ambientale esistente in sei settori chiave: rifiuti e bonifiche, acqua, difesa del suolo, inquinamento atmosferico, procedure ambientali, danno ambientale. Il Consiglio dei Ministri ha infatti dato il via libera definitivo, in terza lettura, al Decreto legislativo sull’ambiente. Tra le novità inserite nel testo, che accolgono le osservazioni delle Commissioni parlamentari e delle parti sociali, il rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e del settore dell’igiene urbana e una politica incentivante delle energie rinnovabili attraverso le priorità di dispacciamento ed interventi finanziari per promuovere le energie rinnovabili soprattutto nel Sud.
“Una grande riforma di legislatura, attesa da molti anni - ha detto il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli – che ho fortemente voluto per far uscire l’ambiente da un caos normativo in cui troppo spesso hanno potuto prosperare gli eco-furbi. Ora il cittadino e l’imprenditore potranno avere a disposizione un Codice dell’Ambiente chiaro e razionale che permetterà di compiere quel salto di qualità indispensabile per una reale tutela dell’ambiente”.
Il Testo unico sull’Ambiente è un corpus normativo di più di 700 pagine, 318 articoli e 45 allegati. Il disegno di legge di delega è stato approvato per la prima volta in Consiglio dei Ministri il 9 agosto del 2001 e ha concluso il suo iter parlamentare il 24 novembre del 2004. La Commissione di saggi istituita ad hoc per la scrittura dei testi ha concluso il suo lavoro a settembre del 2005. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo in prima lettura il 18 novembre 2005 ed in seconda lettura il 19 gennaio 2006.
Il Testo unico sull’Ambiente recepisce otto direttive comunitarie ancora non entrate nella legislazione italiana nei settori oggetto della delega; accorpa le disposizioni concernenti settori omogenei di disciplina, in modo da ridurre le ripetizioni; abroga cinque leggi, dieci disposizioni di legge, due decreti legislativi, quattro d.P.R., tre d.P.C.M. ed otto decreti ministeriali, cui sono da aggiungere le disposizioni già abrogate e di cui viene confermata l’abrogazione da parte dei decreti delegati.
Ecco in sintesi il contenuto del testo:
Via (Valutazione di impatto ambientale) – Vas (Valutazione ambientale strategica) Ippc (Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento): Integrale recepimento di quattro direttive. Scansione puntuale dei procedimenti Via per garantire il completamento di tutte le procedure in tempi certi. Anche per la Via ordinaria verrà esaminato il progetto preliminare. Definizione dei meccanismi di coordinamento tra Via e Vas e tra Via e Ippc. Introduzione di un sistema di controlli successivi. Accoglimento del principio del silenzio-rifiuto e rafforzamento della disciplina di informazione al pubblico.
Difesa suolo, lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle risorse idriche: Riordino e coordinamento delle disposizioni normative frammentate in una pluralità di testi e interconnesse come la difesa del suolo, la tutela delle acque, la gestione delle risorse idriche. Integrale recepimento della direttiva 2000/60/Ce in materia di acque che prevede l’istituzione di Autorità di bacino distrettuali e la definizione dei distretti idrografici, che sono stati definiti in sette ( Distretto delle Alpi Orientali, che comprende i bacini dell’Adige e dell’Alto Adriatico; Distretto Padano, che segue la geografia dell’attuale Autorità di bacino del Po; Distretto dell’Appennino Settentrionale, che comprende il bacino dell’Arno, della Liguria, i bacini meridionali dell’Emilia e quelli settentrionali delle Marche; Distretto Appennino Centrale, che include il bacino del Tevere, quelli delle Marche meridionali, dell’Umbria e dell’Abruzzo; Distretto Appennino Meridionale, che include anche tutti i bacini dell’Italia meridionale; Distretto idrografico della Sicilia e Distretto idrografico della Sardegna). Individuazione del Piano di gestione come strumento di pianificazione, riconferma del principio di pubblicità delle acque. Rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e di igiene urbana.
Rifiuti e bonifiche: Vengono riordinate e coordinate le disposizioni normative concernenti questi settori. Per le bonifiche vengono confermati sostanzialmente i parametri in vigore per la definizione di “sito inquinato” e per la successiva bonifica viene compiuta un’analisi di rischio, viene confermato anche il meccanismo dell’accordo di programma che ha dato buoni risultati e che prevede procedure più snelle e tempi più veloci nel pieno rispetto dell’ambiente. Vengono ridefinite le priorità nella gestione dei rifiuti in conformità con la normativa UE. Viene istituita inoltre un’Authority per acque e rifiuti, creando due sezioni al posto del vecchio Comitato di vigilanza sull’uso delle risorse idriche e dell’Osservatorio nazionale dei rifiuti, con una diminuzione nel numero degli organi. Viene riconosciuto il ruolo delle Province in materia di rifiuti.
Tutela dell’aria: Riordino e coordinamento di tutte le misure concernenti la prevenzione dell’inquinamento dell’aria; promozione del ricorso alle migliori tecniche disponibili; introduzione di una durata fissa per l’autorizzazione pari a 15 anni. L’apparato sanzionatorio non è stato variato rispetto al passato in quanto la delega non prevedeva modifiche di questo capitolo. Impegni maggiori sulle fonti rinnovabili con priorità nel dispacciamento ed interventi finanziari per incentivare l’energia rinnovabile al Sud, soprattutto per raggiungere gli obiettivi di Kyoto.
Danno ambientale: Viene definita la nozione di danno ambientale e una nuova disciplina in materia per conseguire l’effettività delle sanzioni amministrative e viene applicato il principio che chi inquina paga. Per accorciare i tempi del risarcimento del danno, ad oggi il Ministero ha incassato soltanto le somme derivanti da transazioni, è prevista un’ordinanza-ingiunzione per il risarcimento del danno che darà la possibilità al Ministero di incassare in modo certo e veloce le somme. Viene recepita integralmente la direttiva europea.
Roma, 10 febbraio 2006

fonte
www.minambiente.it

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