Futuro rosa per le bioplasticheMa occorrono investimenti per creare le capacità produttive necessarie.
IBAW, l'associazione europea dei produttori di polimeri biodegradabili, ha stimato che per le bioplastiche il mercato potenziale europeo si aggira intorno a 4 milioni di tonnellate, vale a dire il 10% dei consumi continentali di materie plastiche.Per attivare tutte le potenzialità sono però necessari investimenti nell'ordine dei miliardi di euro al fine di creare una capacità produttiva adeguata alla domanda, in particolare impianti di grandi dimensioni. Investimenti che richiedono interventi normativi in grado di sostenere la crescita della domanda e dell'offerta, così come oggi avviene per il settore dell'energie rinnovabili.Una prima misura positiva per il settore è l'esenzione delle bioplastiche dal pagamento dei contributi per i rifiuti di imballaggio decisa in Germania il maggio scorso.Le opportunità per i materiali biodegradabili derivano da numerosi fattori: il forte aumento dei costi delle plastiche tradizionali in questi ultimi anni, che hanno ridotto il gap di prezzo con i polimeri di origine naturale; il miglioramento di caratteristiche e prestazioni in alcuni settori chiave come il packaging; la crescente attenzione dell'opinione pubblica all'aspetto ambientale e all'impatto sul clima dell'uso di materie prime di origine fossile.L'associazione segnala che nel 2005 i costi dello zucchero e dell'amido, materie prime per la produzione di bioplastiche, sono stati inferiori a quelli delle materie prime di origine petrolchimica.In questi anni è anche cresciuto il numero dei produttori di plastiche di origine naturale e ciò ha innescato una maggiore concorrenza che porterà ad ulteriori diminuzioni nei costi di produzione.
Data: 07 febbraio 2006 @ 08:17:11 CETArgomento: Economia e mercati
fonte www.polimerica.it/
IBAW, l'associazione europea dei produttori di polimeri biodegradabili, ha stimato che per le bioplastiche il mercato potenziale europeo si aggira intorno a 4 milioni di tonnellate, vale a dire il 10% dei consumi continentali di materie plastiche.Per attivare tutte le potenzialità sono però necessari investimenti nell'ordine dei miliardi di euro al fine di creare una capacità produttiva adeguata alla domanda, in particolare impianti di grandi dimensioni. Investimenti che richiedono interventi normativi in grado di sostenere la crescita della domanda e dell'offerta, così come oggi avviene per il settore dell'energie rinnovabili.Una prima misura positiva per il settore è l'esenzione delle bioplastiche dal pagamento dei contributi per i rifiuti di imballaggio decisa in Germania il maggio scorso.Le opportunità per i materiali biodegradabili derivano da numerosi fattori: il forte aumento dei costi delle plastiche tradizionali in questi ultimi anni, che hanno ridotto il gap di prezzo con i polimeri di origine naturale; il miglioramento di caratteristiche e prestazioni in alcuni settori chiave come il packaging; la crescente attenzione dell'opinione pubblica all'aspetto ambientale e all'impatto sul clima dell'uso di materie prime di origine fossile.L'associazione segnala che nel 2005 i costi dello zucchero e dell'amido, materie prime per la produzione di bioplastiche, sono stati inferiori a quelli delle materie prime di origine petrolchimica.In questi anni è anche cresciuto il numero dei produttori di plastiche di origine naturale e ciò ha innescato una maggiore concorrenza che porterà ad ulteriori diminuzioni nei costi di produzione.
Data: 07 febbraio 2006 @ 08:17:11 CETArgomento: Economia e mercati
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Complimenti per il vostro impegno nella divulgazione delle informazioni e nella diffusione di prodotti alternativi ed ecocompatibili :-)
RispondiEliminaTrovo che il ruolo di persone come voi sia essenziale, nell'ottica di voler creare un mondo migliore e più sano!!!
Saluti
Agnese